COLLETTIVA NELL'EMPORIO DELL'ARTE
Artisti: ceramiche, Bojana Atlija (Serbia); pittura e disegni, Saturno Buttò (Italia); musica del compositore, Luca Ciut; disegni e stampe, Ivana Ivkovic (Serbia); fotografie, Sarah Saudek (Repubblica Ceca); stampe di Takato Yamamoto (Giappone), collezione Liberarti; fotografie, Sandrine Zondervan (Messico).
Dal 18 Ottobre al 14 Febbraio
Inaugurazione: 18 Ottobre 19,30 ore
Curatrice e testi: María Sánchez Puyade (Argentina)
In una sperduta città del nord-est italiano, oppure: in un piccolo spazio di una piccola città sull'Adriatico del nord-est italiano...O meglio ancora: in un piccolo spazio presso una dimenticata piazza di una piccola città sull'Adriatico del nord-est italiano, si terrà l'umile incontro tra i lavori di sei artisti contemporanei, riuniti dall'emporio Liberarti per dialogare su un tema così caro alla tradizone dell'arte: Eros und Thanatos.
Nessuna immagine c'è sembrata più rappresentativa come quella trovata in “I quaderni di Malte Laurids Brigge”, di Rilke. Per farci capire il filo che tiene insieme i due concetti, a Rilke basta l'immagine delle mani sul grembo di una donna; il suo sorriso corroborante e assente che forse rimanda al pensiero che la pervade: il pensiero che dentro di sé due frutti stanno crescendo, un bambino e una morte.
Ognuno di noi infatti ha ricevuto -insieme alla vita- la morte. Ci vuole un corpo perché esse si manifestino, è vero, eppure un corpo non basta. Ci vuole anche il linguaggio e la coscienza per renderle zoé, esperienza, vita vissuta. Il corpo non basta, eppure, il suo erotismo sono centrali in questo dibattito. La rappresentazione dell'amore e della morte spesso attingerà ai nudi, oppure, ai corpi appena scoperti, carichi di erotismo, con tutto il suo essere scenografico, lacerato, schiavizzato, sodomizzato come nelle tragedie più antiche e più moderne: Salomé, Eva, Psiche, la sacra Famiglia, le immagini televisive, i video porno, Eloisa, Barbablù, Ofelia, Edipo, la cronaca nera, tante storie e immagini che mettono in primo piano le nostre paure più recondite: amare oppure non saper amare, subire la passione, vedere il sangue, la croce, il teschio, il corpo nudo e martirizzato; essere il triste carnefice che non sa amare, o la vittima, a volte paradossalmente respinta e attirata dalla morte.
Due misteri: amore e odio; erotismo e apatia; pace e guerra; rosso e nero; e alla fine, il dubbio su quale di loro sia il più grande: se piuttosto della morte, non sia l'amore il mistero più grande.
María Sánchez Puyade
Artisti: ceramiche, Bojana Atlija (Serbia); pittura e disegni, Saturno Buttò (Italia); musica del compositore, Luca Ciut; disegni e stampe, Ivana Ivkovic (Serbia); fotografie, Sarah Saudek (Repubblica Ceca); stampe di Takato Yamamoto (Giappone), collezione Liberarti; fotografie, Sandrine Zondervan (Messico).
Dal 18 Ottobre al 14 Febbraio
Inaugurazione: 18 Ottobre 19,30 ore
Curatrice e testi: María Sánchez Puyade (Argentina)
In una sperduta città del nord-est italiano, oppure: in un piccolo spazio di una piccola città sull'Adriatico del nord-est italiano...O meglio ancora: in un piccolo spazio presso una dimenticata piazza di una piccola città sull'Adriatico del nord-est italiano, si terrà l'umile incontro tra i lavori di sei artisti contemporanei, riuniti dall'emporio Liberarti per dialogare su un tema così caro alla tradizone dell'arte: Eros und Thanatos.
Nessuna immagine c'è sembrata più rappresentativa come quella trovata in “I quaderni di Malte Laurids Brigge”, di Rilke. Per farci capire il filo che tiene insieme i due concetti, a Rilke basta l'immagine delle mani sul grembo di una donna; il suo sorriso corroborante e assente che forse rimanda al pensiero che la pervade: il pensiero che dentro di sé due frutti stanno crescendo, un bambino e una morte.
Ognuno di noi infatti ha ricevuto -insieme alla vita- la morte. Ci vuole un corpo perché esse si manifestino, è vero, eppure un corpo non basta. Ci vuole anche il linguaggio e la coscienza per renderle zoé, esperienza, vita vissuta. Il corpo non basta, eppure, il suo erotismo sono centrali in questo dibattito. La rappresentazione dell'amore e della morte spesso attingerà ai nudi, oppure, ai corpi appena scoperti, carichi di erotismo, con tutto il suo essere scenografico, lacerato, schiavizzato, sodomizzato come nelle tragedie più antiche e più moderne: Salomé, Eva, Psiche, la sacra Famiglia, le immagini televisive, i video porno, Eloisa, Barbablù, Ofelia, Edipo, la cronaca nera, tante storie e immagini che mettono in primo piano le nostre paure più recondite: amare oppure non saper amare, subire la passione, vedere il sangue, la croce, il teschio, il corpo nudo e martirizzato; essere il triste carnefice che non sa amare, o la vittima, a volte paradossalmente respinta e attirata dalla morte.
Due misteri: amore e odio; erotismo e apatia; pace e guerra; rosso e nero; e alla fine, il dubbio su quale di loro sia il più grande: se piuttosto della morte, non sia l'amore il mistero più grande.
María Sánchez Puyade